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Emergenza abitativa a Padova. Ieri sfrattata un'altra famiglia. Sunia Cgil Padova: "Il Comune sottovaluta l'emergenza"

Un vero e proprio dramma della disperazione, quello successo ieri mattina al civico 27 di via Astico, nel rione Altichiero di Padova, dove la famiglia Athar - padre, madre e due figli, maschio e femmina, da poco maggiorenni - è stata sfrattata per morosità ed ora si trova, letteralmente, in mezzo ad una strada. Un epilogo giunto al termine di ore di angoscia e tensione in cui, la madre, al culmine della disperazione ha minacciato di farsi del male con un coltello che aveva nascosto sotto la felpa. Dopo lunghe ore di colloquio con le forze dell'ordine e la generosa azione di mediazione del Segretario del Sunia Cgil Padova, Michele Brombin, la donna ha accettato di consegnare l'arma ma ha accusato un malore che ha richiesto l'intervento di un'ambulanza dell'Azienda Ospedale Università di Padova, dove è stata ricoverata e ha trascorso la notte. 

"Purtroppo - dice Michele Brombin - quanto successo stamane non è affatto raro. In questo caso, però c'è la sofferenza di veder succedere la cosa ad una famiglia di un uomo, Kamel, residente in questo immobile da circa una decina di anni, per molti dei quali ha pagato regolarmente l'affitto. Purtroppo però è stato mal consigliato quando, davanti a dei lavori che il padrone di casa non si decideva a fare, gli è stato detto di smettere di pagare l'affitto. Non è così che doveva reagire. Però ora c'è una famiglia in mezzo ad una strada e questo è qualcosa di ancora più grave che chiama in causa le Istituzioni, sia la Regione ma anche il Comune per la sua inerzia davanti a fatti del genere. Basti solo pensare che quando (ndr: in serata) siamo andati dai servizi sociali ci è stato detto che dovevamo prendere appuntamento. Ma come? Parliamo di persone che non sanno dove andare a dormire e bisogna prendere un appuntamento? Credo che solo questo indichi di quanto il Comune sottovaluti la portata sociale di questo incubo chiamato emergenza abitativa".

"Questo perché - insiste l'esponente del Sunia Cgil - la legge permette ai Comuni di intervenire in casi come questo, attraverso l' Art 1, comma 3 della Legge 431 del '98, che da ai Comuni la facoltà di prendere in affitto l'immobile in questione e darlo alla persona sfrattata. Inoltre potrebbe agire con degli incentivi su quella che una volta si chiamava "Casa Buona", ossia sulla concessione mettendo importanti agevolazioni fiscali. Si tratta di soluzioni che predichiamo inutilmente da anni. Per esempio, un anno e mezzo fa, avevamo proposto il "Progetto 50", ossia il reperimento da parte dell'Amministrazione di 50 alloggi con la garanzia ad utilizzarli per l'emergenza. Ma non si è mosso nulla. Non può andare a finire con famiglie che si spaccano, con moglie e figli da una parte e il padre, molto spesso lavoratore, che finisce a dormire in macchina".

"E' proprio per cercare di sensibilizzare il Comune - conclude Michele Brombin - che da lunedì 13 marzo è partita la cosiddetta "Staffetta del digiuno per il diritto alla casa", ossia la consegna, giorno per giorno, al Sindaco di Padova, Sergio Giordani, di una lettera con la propria situazione abitativa e personale. Poi, ognuno dei componenti di queste famiglie, si reca alla Casa del Popolo e Circo Arci XXV Aprile" del Quartiere Resistenza, che ci ha dato ospitalità, e pratica una giornata di digiuno. Alla sera si passano le chiavi e il testimone del digiuno a chi farà la stessa cosa il giorno dopo. Purtroppo, la politica ha dimostrato di essere sorda a queste problematiche e ciò vale a tutti i livelli: dal Governo, che ha tagliato i fondi per gli affitti, alla Regione, che brilla per l'assenza di qualsiasi politica abitativa non solo per i residenti ma anche per gli studenti fuori sede, fino, come abbiamo visto, al Comune di Padova. Una sottovalutazione dell'emergenza che invece sta montando sempre di più e le cui conseguenze possono essere terribili".

 

Il Servizio di Telenordest sull'emergenza abitativa e quanto successo ieri mattina in via Astico 27

 

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