Iandiorio (Fiom-Cgil): «Trattiamo per aumenti salariali e congedi parentali»
È entrata nel vivo la mobilitazione nazionale degli operai del settore metalmeccanico: due i pacchetti di sciopero annunciati lo scorso 15 novembre dalle tute blu che nel territorio sono 40 mila in tutto. Il primo è andato in scena lo scorso dicembre mentre il secondo è in corso questi giorni: elevata l’adesione, con alcune aziende in cui sono stati raggiunti picchi del 100%. Dopo l’ultimo blocco delle linee produttive fino a otto ore del 21 febbraio, altre date per la settimana in corso saranno presto annunciate. La battaglia sindacale sostenuta da Fiom-Cgil riguarda l’aggiornamento dei contratti collettivi nazionali, fermi al 2021, scaduti lo scorso giugno e da allora ancora in attesa di rinnovo. Al tavolo delle trattative il sindacato ha già presentato un primo disegno per adeguare soprattutto i salari. Mentre in ottobre Federmeccanica ha rilanciato con una piattaforma che invece non prevede aumenti ma, anzi – sostiene il segretario Fiom-Cgil Michele Iandiorio – solo nette diminuzioni degli stipendi per gli operai. «La piattaforma da noi presentata, e votata dai lavoratori, prevedeva un graduale aumento salariale di 280 euro nell’arco dei prossimi tre anni», spiega Iandiorio, «ma è importante tenere presente che non stiamo trattando solo in termini economici. Tra le questioni che abbiamo sollevato ci sono anche le riduzioni di orario e i congedi parentali. Tutte questioni sulle quali non abbiamo ancora trovato riscontri con Federmeccanica. Noi non ci fermeremo e non arretreremo finché non avremo il Ccnl che i lavoratori e le lavoratrici meritano». Il settore metalmeccanico riunisce oltre 40 mila operai sotto il contratto collettivo in fase di aggiornamento. Complessivamente l’occupazione nel comparto dà lavoro a 48 mila padovani. Un settore trainante per l’economia del territorio, che costituisce il 43% dei posti di lavoro nel settore artigiano, e il 12% dell’intera economia provinciale.