Per capire un po’ del vissuto degli operai della Intra Group srl di Verona – l’azienda che ha in appalto la gestione della logistica all’interno dello stabilimento della Carraro SpA di Campodarsego – bisogna tornare indietro ad un anno fa. “Era il marzo del 2021 – conferma Massimo Cognolatto, Segretario Generale della Filt Cgil di Padova – quando riceviamo una comunicazione che ci avvisa che a partire dal 1° aprile successivo, la Cooperativa che gestisce la logistica per la Carraro SpA cesserà le proprie attività all’interno degli stabilimenti di Campodarsego e che al suo posto subentrerà la Intra Group srl, società di Verona. Ad essere coinvolti sono circa una cinquantina di lavoratori con mansioni di carrellisti: a loro spetta la gestione della logistica all’interno dei capannoni, ossia la movimentazione delle merci, l’approvvigionamento delle materie prime alle linee produttive fino alla consegna del materiale finito”.
“I lavoratori – ricorda Cognolatto – ci chiedono un aiuto: vogliono essere accompagnati in questo cambio di appalto e ci sollecitano assistenza. Noi ci attiviamo immediatamente, i tempi erano strettissimi, e con molta difficoltà riusciamo ad organizzare degli incontri tra la società uscente, quella entrante e il committente, ossia la Carraro SpA. La nostra priorità era salvare tutti i posti di lavoro ma anche ottenere che il cambio di appalto avvenisse con passaggio diretto come prevede il Contratto Merci e Logistica che regola il settore. Questo significava il mantenimento di tutta l’anzianità maturata dai lavoratori che, secondo noi, era un loro diritto. Un’operazione che non a tutti stava bene, a partire dal committente”.
“E così arriviamo alla fine del mese di marzo – prosegue il sindacalista della Filt Cgil padovana – senza riuscire a trovare un compromesso. La nuova società subentra, in effetti assume tutto il personale interessato, garantisce tutte le nostre richieste eccetto una, la più importante, ossia il passaggio diretto nell’appalto. I lavoratori si impuntano: se qualcuno pensava di metterci all’angolo ottiene invece l’effetto contrario. Alcuni di loro lavorano in Carraro da più di 30 anni, vogliono quel che hanno maturato. Alla fine non si piegano e la spuntano: nessun lavoratore viene lasciato a casa e a tutti viene garantito quanto maturato”.
“Una splendida vittoria e una lezione di dignità – dice Cognolatto – ma è solo l’inizio: dopo il subentro di Intra Group srl iniziamo una serie di incontri dove solleviamo delle problematiche che si trascinano da molto tempo, mai tirate fuori precedentemente perché lo sappiamo come funzionano le cose nelle cooperative: appena alzi un attimo la testa, te la fanno saltare e con essa anche il tuo posto di lavoro. Tra le problematiche ne emerge una che ai lavoratori proprio non va giù: l’impossibilità, per loro, di accedere alla mensa e poter consumare un pasto caldo pagato come ai loro colleghi assunti direttamente da Carraro SpA. Purtroppo questa, nel mondo degli appalti è una situazione diffusa e non riguarda solo l’azienda di Campodarsego: esistono lavoratori di serie B e di serie A, dove i secondi hanno un contratto firmato da quelli per cui lavorano, hanno diritto ad una mensa e gliela pagano, mentre i primi pur lavorando a beneficio dello stesso padrone dei secondi, hanno un contratto con un’altra azienda, non hanno diritto alla mensa (e se ci vanno se la pagano) e sono costretti a consumare un panino seduti nei bancali e dove nessuno li possa vedere”.
“Questa cosa deve finire – scandisce Massimo Cognolatto – e non solo: i lavoratori lamentano la mancanza di formazione sul tema della sicurezza e in più, visto i buoni fatturati della Carraro raggiunti anche grazie a questi lavoratori che svolgono un ruolo cruciale all’interno della produzione (tanto che nel tempo il loro numero è aumentato arrivando a 60/65 unità), abbiamo chiesto anche la costituzione di un Premio di Risultato da destinare a loro. Esattamente come ai loro colleghi, diciamo, di serie A. Alla Carraro non ne vogliono neanche discutere e a nulla sono valse le nostre richieste per un incontro tra tutte le parti coinvolte: committente, ditta appaltante e il sindacato. A questo punto, la misura è colma e iniziamo a protestare. Per prima cosa abbiamo convocato venerdì scorso un’assemblea sindacale che siamo stati costretti a svolgere fuori dai cancelli dell’azienda dato che, contravvenendo alla legge 300 del 1970 dello Statuto dei Lavoratori, non ci è stato concesso uno spazio coperto dove riunirci. Nel corso dell’incontro, i lavoratori hanno deciso lo stato di agitazione e stabilito il blocco degli straordinari. Si tratta di un primo passo, se non sarà sufficiente procederemo fino allo sciopero e alla richiesta alle istituzioni locali di un tavolo di contrattazione. Vediamo se alla Carraro conviene”.
“È ora di dire basta con questo sistema degli appalti– conclude Cognolatto - è vergognoso che all’interno di una delle più note aziende metalmeccaniche del Padovano ci siano trattamenti diversi tra il personale dipendente diretto e i dipendenti in appalto. Una distinzione messa in atto da molti committenti con l’unico obiettivo di risparmiare sulle spalle dei lavoratori e dei loro diritti. Costretti addirittura a mangiare in luoghi insalubri e inadeguati per qualsiasi persona civile. Eppure è ciò che accade nel 2022 alla Carraro SpA!”.
© All rights reserved. Powered by Cybcom.