Com’era prevedibile, ha fatto rumore su stampa e tv, locali e non, lo sciopero indetto dai driver di Amazon aderenti a Filt e Uiltrasporti che hanno deciso di fare un presidio davanti al magazzino di Vigonza per 48 ore, terminate le quali hanno deciso di aggiungercene altre 48, semplicemente non recandosi al lavoro.
Oltre alle solite questioni legate alle loro condizioni (innumerevoli le voci dei lavoratori: “I danni al mezzo te li paghi tu”; “devi consegnare 130-160-180 pacchi il più velocemente possibile, altrimenti sono guai”; “se dimentichi un pacchetto, magari talmente piccolo che finisce sotto il sedile del furgone e non lo vedi, ti trattano come un delinquente” ; “se sei un precario, sai se lavori o no il mattino stesso: se non stai con il cellulare in mano rischi di perdere una giornata di lavoro”, solo per citarne alcune”) a scatenare la rabbia dei driver sono stati i 160 trasferimenti, decisi unilateralmente da Amazon, e pare, comunicati a tanti con un sms. “Amazon - riferisce Massimo Cognolatto, della Cgil - aprirà altri tre cantieri in Veneto a Venezia, Vicenza e Treviso e ha deciso il trasferimento di 160 lavoratori su 500. A molti di loro la comunicazione è stata fatta con un sms, contro ogni proceduta contrattuale. Ma se rifiutano rischiano di essere licenziati”.
Un lavoro che molti driver amano, con stipendi non altissimi ma migliori rispetto a quelli che girano in altre situazioni. Ma non è tutto oro quello che luccica. “Gli stipendi mediamente sono di 1500 euro - spiega Romeo Barutta della Filt Cgil Veneto - ma per arrivarci devi lavorare 10 ore al giorno, sabato e domenica, a conti fatti il compenso è totalmente inadeguato”.
Al termine del secondo giorno la Filt Cgil Padova ha rilasciato un comunicato.
Amazon. Oggi secondo giorno di sciopero. E si continua anche domani e domenica
Filt Cgil: “Sempre alta, intorno all’80%, l'adesione allo sciopero dei driver Amazon coinvolti nei trasferimenti ma anche chi non ha aderito ha perfettamente capito e condiviso le motivazioni della protesta”
“Amazon non può pretendere di assumere decisioni sulla vita delle persone semplicemente calandole dall’alto, senza nessuna discussione e in sfregio a qualsiasi protocollo sulle relazioni industriali appena firmato”
“Lo sciopero va bene, tanto che i lavoratori hanno deciso di proseguire nella protesta e incroceranno le braccia anche sabato e domenica. Non faranno nessun presidio ma semplicemente passeranno un week end a casa, come normalmente succede a tanti lavoratori che hanno dei diritti che loro, i driver intendo, manco si sognano”. È soddisfatto Massimo Cognolatto, Segretario Generale della Filt Cgil di Padova dopo che anche oggi i driver sono tornati a presidiare l'entrata del magazzino di Vigonza per protestare, non solo per i “soliti motivi” (ritmi di lavoro intensissimi, totale responsabilità a loro carico per eventuali danni ai mezzi, sabato e domenica intesi come qualsiasi altro giorno lavorativo e sono solo degli esempi) ma anche per la recente decisione del colosso americano di spostare 160 di loro nei magazzini di Vicenza e Venezia in procinto di aprire. Un trasferimento comunicato tramite un sms e che dovrebbe avvenire tra una quindicina di giorni.
“Nel frattempo – precisa Cognolatto – proprio ieri abbiamo scoperto che nel magazzino di Vigonza è entrata una nuova società i cui lavoratori sono tutti impiegati con contratti a termine il cui inizio, "casualmente", era proprio ieri, vale a dire quindi assolutamente precari e questo non ha fatto altro che esacerbare l’animo dei lavoratori che davvero si sono sentiti trattati come dei pacchi, senza nessuna voce in merito alla loro vita. Credo abbiano assolutamente ragione e francamente troviamo incredibili le modalità con cui Amazon li ha trattati”.
“A maggior ragione – ragiona il sindacalista della Filt – se pensiamo che solo 15 giorni fa era stato firmato al Ministero del Lavoro un protocollo di relazioni industriali, proprio tra Amazon e i sindacati confederali, in cui veniva riconosciuto il ruolo delle rappresentanze sindacali sia a livello nazionale che territoriale. Beh, visto il modo in cui si sono comportati, cioè avvisando i lavoratori che li trasferivano in altre sedi tramite sms, mi sembra evidente che quell'intesa era solo aria fritta”.
“E questo – conclude Massimo Cognolatto – è qualcosa di molto grave, talmente grave che il Sindacato, anche a livello nazionale, cioè a Roma, non può ignorare. Questo mi induce a pensare che la cosa non finirà qui”.
Si allega articolo del Mattino dopo il primo giorno di sciopero