La Fillea Cgil Padova in pressing sul Tribunale di Rovigo. Ieri il presidio dei lavoratori di Italoforme srl: “Accelerare i tempi per l’attivazione degli ammortizzatori sociali”.
“A causa dei cosiddetti “patti di non concorrenza”, alcuni lavoratori di Italoforme soggetti a consistenti penali se si licenziano. Siamo arrivati al “ricatto disoccupazionale”!
Si è svolto ieri il presidio promosso dalla Fillea Cgil Padova davanti al Tribunale di Rovigo dove si sono dati appuntamento i lavoratori della Italoforme srl – l’azienda di Este che poco più di un mese fa ha chiuso i battenti, dalla notte al giorno, senza inviare loro nessun avviso né comunicazione scritta – per manifestare il profondo malessere che stanno vivendo dal momento in cui hanno improvvisamente scoperto di non poter più fare affidamento su uno stipendio e con la prospettiva di aspettare mesi prima di vedersi attivati gli ammortizzatori sociali. “E nel frattempo – tutti si chiedono – come campiamo?”
“Chiediamo – dicono Gianluca Badoer e Simone Ferraretto, rispettivamente Segretario Generale e Segretario Provinciale della Fillea Cgil di Padova – che il Tribunale velocizzi al massimo i tempi burocratici per l’attivazione della cassa integrazione per la cessata attività di Italoforme srl. Chiediamo che la curatrice Dott.ssa Bedetti Sheila, nominata dalla Giudice Dott.ssa Gangitano Sofia, e il Tribunale di Rovigo agiscano immediatamente per autorizzare la richiesta della Cigs (Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria) altrimenti, visti i tempi tecnici che l’operazione comporta, i lavoratori e le loro famiglie vedranno i primi euro per fine ottobre o addirittura ancora più tardi perché la legge permette di prorogare i termini di altri 4 mesi. È chiaro che si tratta di una condizione insostenibile e assolutamente da scongiurare”.
“La verità – proseguono i due sindacalisti – è che i lavoratori di Italoforme srl si trovano in una situazione assolutamente ingiusta e disperata e, per poco meno di una decina di loro, addirittura a dir poco kafkiana e questo a causa dei cosiddetti “patti di non concorrenza” che hanno sottoscritto al momento dell’assunzione, che li mette nella condizione di non potersi licenziare per andare a lavorare in un’altra azienda del settore a meno che non decidano di firmare un condono tombale che liberi Italoforme da qualsiasi loro futura e legittima pretesa. Significa che questi lavoratori dopo essersi ritrovati senza uno stipendio e in mezzo ad una strada, se vogliono cercare lavoro altrove, o rinunciano alla pretesa di ricevere dall’azienda tutto quel che hanno maturato oppure, se si licenziano e vanno a lavorare in un’azienda concorrente, rischiano di pagare una grossa penale. Eravamo a conoscenza del ricatto occupazionale ma qui siamo arrivati al “ricatto disoccupazionale!”.
“I lavoratori – concludono Badoer e Ferraretto – meritano rispetto. Non è possibile che in questo Paese siano sempre loro a dover pagare per le irresponsabilità e incapacità di una classe imprenditoriale miope, arrogante e unicamente preoccupata del proprio profitto a fronte di una normativa che, a nostro avviso, non è a favore dei lavoratori. Per questo la nostra richiesta è chiara: chiediamo al Tribunale di Rovigo di fare il possibile per questi lavoratori e non permettere che al danno si aggiunga anche un’atroce beffa”.
Il servizio di 7 Gold Telepadova sul presidio davanti al Tribunale di Rovigo