• Home
  • Notizie
  • Carenza di medici e infermieri all’Inail, triplicati i tempi di attesa per le visite sugli infortuni sui luoghi di lavoro e le malattie professionali. La denuncia di Cgil Cisl e Uil

Carenza di medici e infermieri all’Inail, triplicati i tempi di attesa per le visite sugli infortuni sui luoghi di lavoro e le malattie professionali. La denuncia di Cgil Cisl e Uil

“Problemi causati da mancanza di investimenti e scarsa programmazione dovuti a più di vent’anni di indifferenza della politica verso la Pubblica Amministrazione. Urgente un’inversione di tendenza”

È un’accusa molto precisa quella che Cgil Cisl e Uil di Padova rivolgono alla politica, colpevole di anni e anni di mancati investimenti e scarsa programmazione verso la Pubblica Amministrazione le cui conseguenze ora stanno arrivando come nodi al pettine e colpiscono inevitabilmente cittadini e lavoratori. Un’accusa mossa ieri, nel corso di una conferenza stampa a cui erano presenti il Segretario Confederale della Cgil di Padova, Marco Galtarossa, il Coordinatore della Uil di Padova, Massimo Zanetti e i tre direttori dei Patronati dei tre sindacati, rispettivamente Michele Zanella per l’Inca Cgil, Jacopo Arca per l’Inas Cisl e Martina Zanardo per Ital Uil.

“Succede – spiegano sindacati e patronati – che a causa della carenza di medici legali e infermieri in forza all’Inail, i tempi di attesa per le visite sugli infortuni capitati durante il lavoro o sulle malattie professionali sviluppate durante il suo svolgimento, si sono allungati esponenzialmente. Per esempio i tempi di attesa per il riconoscimento della malattia professionale, sono passati dai 2-3 mesi di inizio 2024, agli attuali 9-10 mesi con il rischio concreto che in futuro si allunghino ulteriormente se non si si provvede con nuove, rapide e straordinarie assunzioni di personale sanitario. Attualmente a Padova, mancano 4 medici e 7 infermieri e questo crea grossi problemi.”

“Le conseguenze – dicono Cgil Cisl e Uil – sono molteplici e tutte dannose: la prima è il ritardo del riconoscimento dell’indennizzo economico o della rendita mensile a favore dei lavoratori. Poi succede, ed è altrettanto importante, che la lungaggine dei tempi per il riconoscimento delle malattie professionali non ci permette di intervenire tempestivamente sulle aziende, coinvolgendole così tardivamente sulla necessità di applicare le dovute correzioni ai processi produttivi in modo che le patologie non si ripresentino in futuro coinvolgendo altri lavoratori. Senza considerare che un riconoscimento rapido, oltre dal punto di vista della salute del lavoratore, può fare la differenza per evitare un licenziamento per il superamento del periodo di comporto o per inidoneità alla mansione. Infine, a fronte di un aumento delle segnalazioni di malattie professionali sono anche aumentati i contenziosi con l’Istituto. Ciò accade perché succede sempre più spesso che l’Inail, nonostante il riconoscimento della malattia, assegni punteggi troppo restrittivi o respinga in toto il suo riconoscimento e questo ci costringe a ricorrere per vedere riconosciuta la patologia invalidante di cui soffrono i nostri assistiti. Ma i tempi così, naturalmente, si allungano ulteriormente”.

“Tutto ciò – attaccano Cgil Cisl e Uil – succede perché sono almeno 20 anni che la politica ha deciso di non investire più sulla Pubblica Amministrazione causando una vera e propria emorragia di dipendenti. Basti solo pensare che dal 2000 al 2024, nelle Funzioni Centrali, che comprendono insieme a molti Istituti anche l’Inail, sono andate perse 150 mila unità lavorative. È chiaro che questo ha delle evidenti e chiare ripercussioni sul loro giusto funzionamento. Peraltro, carenze organiche che oltre all’Inail coinvolgono altri enti che si occupano di lavoro come l’Ispettorato del Lavoro e lo Spisal. Poi ci si interroga come possa succedere che nel nostro Paese ci sia una media di tre morti al giorno nel lavoro, per arrivare ad un migliaio all’anno. Ecco perché noi crediamo sia necessario utilizzare le risorse a disposizione, dato che anche quest’anno l’Inail ha registrato utili miliardari, investendo in progetti di prevenzione come la formazione e informazione ai lavoratori e agli imprenditori, nonché in nuove assunzioni e in aumenti salariali per colmare il gap con i salari della sanità privata”.

“Così non si può più andare avanti – concludono i sindacati – è necessaria una vera e seria programmazione di investimenti che inverta l’attuale tendenza. Sappiamo che ci vorranno anni perché la situazione possa tornare a quella di un tempo ma non è più possibile rinviare. Tutti devono fare la propria parte a partire da Stato e Regione Veneto a cui chiediamo di convocarci per aprire un tavolo di discussione che affronti in maniera organica tutta la tematica e, soprattutto, rilanci la sanità pubblica, oggi più che mai alle prese con una carenza di organico non più sostenibile e che non si può risolvere solo tramite l’indizione di concorsi che poi, spesso, finiscono deserti”.

 

Via Longhin, 117 Padova Tel. 049-8944211 - Fax 049-8944213 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. PEC : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Per il Caaf chiamare il Centro Unico di Prenotazione tel. 0497808208


© All rights reserved. Powered by Cybcom.

Torna all'inizio