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Monte dei Paschi: Oggi, venerdì 24 settembre, sciopero nazionale dei dipendenti

Fisac Cgil Padova: “Circa 1500 i dipendenti coinvolti nello sciopero nella Provincia di Padova. Quel che si prospetta è un taglio del 6% degli sportelli, quasi un centinaio i lavoratori a rischio”

“Non è accettabile che MPS, dove la quota di maggioranza appartiene al MEF (cioè allo Stato), abbia escluso le rappresentanze sindacali nel tavolo delle trattative per il passaggio ad Unicredit”

“Si preannuncia l'ennesimo piano di ristrutturazione industriale che, come i precedenti degli ultimi 10 anni, prevede nuovi tagli a spese dei lavoratori nonostante i risultati positivi nella ‘gestione caratteristica’ della Banca. Noi non ci stiamo!”

Fosche nubi si addensano sopra la testa dei dipendenti del Monte dei Paschi di Siena che, proprio in queste settimane, sembra essere alla stretta finale nelle estenuanti trattative ancora in corso che dovrebbero portarlo nell'orbita di Unicredit dopo che l'attuale socio di maggioranza, ossia il Ministero di Economia e Finanza che detiene il 64% dello storico istituto di credito toscano, dovrà liberarsi della propria quota entro fine anno su indicazione della Commissione Europea.

Una situazione complicata, denuncia la Fisac Cgil – la categoria che segue i dipendenti bancari – la cui complessità deriva da fatto che non si sa sostanzialmente nulla visto che i sindacati che rappresentano migliaia di lavoratori sono stati esclusi fin dall'inizio della vicenda. Nel Nord Est sono circa 4.000 i dipendenti, impiegati in oltre 300 filiali, nei Centri Specialistici, uffici di Direzione Generale, di Area Territoriale, al Consorzio IT e in distacco presso altre aziende. In provincia di Padova, il numero si aggira intorno ai 1500 dipendenti. I rumors parlano di un taglio del 6% degli sportelli che coinvolgerebbero quasi un centinaio di lavoratori. Decisioni contro le quali, oggi 24 settembre, è stato decretato lo sciopero nazionale con presidi a Milano, Roma e Bari.

“Una cosa inaccettabile – denunciano le rappresentanze sindacali aziendali Fisac Cgil Padova in MPS tra le quali Alessandro Ferro – se pensiamo che lo Stato, con il 64% delle azioni detenute dal MEF è il socio di maggioranza dell'Istituto e visto che il patto di stabilità a salvaguardia della banca è stato sottoscritto nel 2016 anche dai sindacati. Il timore è che dietro al confronto MEF-Unicredit si nasconda l'ennesimo piano di ristrutturazione con pesanti tagli scaricati sul personale, ignorando i sacrifici già sostenuti negli anni precedenti. Pertanto richiediamo il riconoscimento di un ruolo che ci restituisca la dignità di lavoratori e non di semplici comparse. Nell'ultimo anno abbiamo chiesto almeno 5 volte un incontro con il Ministero ma non abbiamo mai ricevuto risposta. Per tutto questo riteniamo che questi atteggiamenti non possano più essere accettati”.

“Si tratta del minimo – aggiunge Maria Ruggeri, Coordinatrice Triveneto MPS della Fisac Cgil – visto che negli anni di crisi di questa banca, i lavoratori hanno accettato sacrifici economici e peggioramenti delle condizioni di lavoro a causa delle necessarie riorganizzazioni e tagli dei costi. Nonostante ciò hanno continuato a lavorare moltiplicando il proprio impegno per invertire il declino dell'azienda causato da scelte fatte sopra le loro teste investendo in professionalità e passione e mettendo in gioco la propria credibilità. Ora rivendicano giustamente il diritto di essere ascoltati e coinvolti nelle scelte che li riguardano”.

“Desta ulteriore indignazione – conclude Marco Parissenti Segretario Generale della Fisac Cgil di Padova – che i tagli trapelati dal confronto incorso presso il MEF ignorino completamente quella che è stata, in questi anni, la “gestione caratteristica” della banca costituita dalla raccolta dei risparmi e dei conti correnti e dagli impieghi, ossia da tutte quelle attività strettamente dipendenti dalla professionalità del personale. I dati indicano come la serie, già positiva nel 2020, sia migliorata ulteriormente nel primo semestre del 2021. Si tratta di un risultato che deriva certamente dalla fiducia costruita presso la clientela grazie al lavoro quotidiano di migliaia di lavoratori di MPS che hanno operato in questa difficilissima fase storica condizionata dalla pandemia a fianco di famiglie ed aziende. Le opzioni che circolano sul loro destino prescindono da questo fatto che in realtà dovrebbe allontanare qualsiasi ipotesi di frammentazione ed ulteriore taglio. E’ imprescindibile il coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali che già in passato hanno dato prova di responsabilità firmando accordi difficili ma sempre tesi a sostenere l'attività dell'istituto di credito”.

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