Aveva 45 anni ed era il titolare della Detto Fatto, una piccola impresa di manutenzione modenese, a cui erano state assegnate in appalto alcune attività alla Maus di Campodarsego. La Detto Fatto iniziava oggi i lavori di smontaggio e imballaggio dei macchinari ad alta tecnologia che la Maus progetta, produce, monta, testa, smonta e invia ogni giorno per i suoi clienti.
La Maus era in concordato da inizio anno e a ridotto di organico, per questo motivo, avendo avuto un lieve incremento nelle commesse, la proprietà ha deciso di esternalizzare alcune attività, l’impresa in appalto arrivava da Modena ed era formata dal titolare e da due dipendenti che al momento dell’inizio dei lavori non erano stati ancora formalmente assunti.
Oggi era il primo giorno di lavoro per i tre della Detto Fatto e si sono trovati a dover smontare una macchina per la quale non avevano neppure l’attrezzatura adatta, attrezzatura che è stata data loro dai dipendenti della Maus per permettere loro di procedere con il lavoro di smontaggio della macchian che poi avrebbero dovuto imballare per essere spedita negli USA. Mentre erano all’opera il titolare è caduto nella macchina che stavano smontando ed è morto sul colpo.
Lo sgomento per l’ennesima morte sul lavoro nel padovano non può che portarci a interrogarci sulle condizioni del lavoro in Italia e nella nostra provincia: in che modo è stata gestita l’esternalizzazione? Perché la Maus non ha eseguito tutti i controlli necessari? Perché i lavoratori non stavano lavorando in sicurezza e perché non avevano le attrezzature necessarie per operare sui macchinari?
Oggi, come in tutti gli incidenti sul lavoro, non si possono che esprimere rabbia e sconcerto per la gestione del lavoro nel nostro Paese. Un Paese dove i lavoratori sono abbandonati a loro stessi in aziende che hanno come unico interesse il profitto, la contrazione dei costi e che attuano la politica del massimo ribasso come unica strategia, senza cura e senza alcun controllo.
Le aziende si stanno ingrossando sempre più di consulenti e avvocati, si stanno svuotando di lavoratori assunti con contratti tutelati e si stanno riempiendo di lavoratori ricattabili che accettano qualsiasi condizione di lavoro e in qualsiasi forma, anche in finte forme imprenditoriali. È necessario un cambiamento di tutta la normativa sul lavoro, per tornare a dare certezze e prospettive alle persone che non devono pensare sia possibile morire per guadagnare onestamente un salario. Di fronte a una situazione del genere serve una risposta unitaria e generale di tutto il sindacato.
Anche oggi, quindi, chiediamo che la sicurezza nei luoghi di lavoro e che la riflessione sulle modalità di lavoro all’interno delle aziende siano le priorità assolute del Governo.
FIM CISL DI PADOVA E ROVIGO
FIOM CGIL DI PADOVA
11/07/18