Purtroppo oggi, durante l’incontro fra i rappresentanti della proprietà, la RSU e la Fiom Cgil di Padova, non sono state fatte proposte accettabili per il futuro del sito di Legnaro.
Adesso si attende di vedere come andrà l’incontro fra le parti di domani al Ministero in cui l’amministratore delegato della multinazionale dovrà presentare il piano industriale con le proposte per il futuro dei vari siti presenti in Italia.
Attualmente, per il sito di Legnaro, sono previste 18 settimane di cassa integrazione tra richieste di cassa integrazione per Covid-19 e richieste di cassa integrazione ordinaria che coinvolgeranno i lavoratori fino ad ottobre.
Nello stabilimento ArcelorMittal di Legnaro la produzione è totalmente ferma da oltre 15 giorni e vista la posizione della proprietà, per la quale non ci sono le condizioni per riprendere le attività lavorative, le lavoratrici e i lavoratori hanno stabilito che, di conseguenza, non ci sono neppure le condizioni per spedire e consegnare i materiali presenti nel sito. Il materiale, quindi, resterà fermo in loco, controllato a vista da chi si alternerà nel presidio presente ormai da 10 giorni e che continuerà ad oltranza davanti ai cancelli dell’Ex Ilva.
Dalla prossima settimana saranno definite ulteriori iniziative sia a livello locale che in accordo con i livelli nazionali della protesta.
“Le lavoratrici e i lavoratori di Legnaro speravano di ricevere oggi delle risposte chiare, cosa che purtroppo non è avvenuta. Attendiamo di conoscere l’esito dell’incontro di domani al Ministero, ma sia noi che questi lavoratori non abbiamo intenzione di avvallare proposte incoerenti o dannose per il futuro del sito produttivo del padovano.” ha dichiarato alla fine dell’incontro Loris Scarpa, segretario generale della Fiom Cgil di Padova.
Padova, 4/06/2020