Filctem Cgil e Cgil Padova: “Il controllo e il sequestro di macchinari avvenuto alla O Bag di Campodarsego ci impone una riflessione sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e di come ad esse sia strettamente connessa la frequenza dei controlli preventivi”
“Nel 2019, più di un terzo delle aziende controllate dallo Spisal presentavano delle irregolarità. E con la pandemia, nel 2020, le cose non sono certo migliorate anche per la mancata assunzione di un numero sufficiente di Ispettori, promessa mai mantenuta dalla Regione”.
I recenti fatti relativi alla O Bag – l'azienda di Campodarsego cui ieri, durante un controllo dello Spisal, sono state riscontrate delle irregolarità – riporta in auge il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Stando a quanto riporta la stampa, sono state sequestrate tre macchine per lo stampaggio, in quanto trovate prive dei dispositivi di sicurezza per la protezione degli arti superiori, e un forno ad aria calda posizionato vicino a del materiale infiammabile. Inoltre, sembra che i locali aziendali, fossero sprovvisti di impianti di aspirazione, necessari per l'eliminazione dei fumi da stampaggio a caldo.
“Come siamo soliti premettere – dicono Alberto Sanna della Filctem Cgil e Dario Verdicchio, componente della Segreteria Confederale della Camera del Lavoro padovana – quando si verificano situazioni simili, non possiamo che restare in attesa dell'esito delle indagini, prima di pronunciarci sul singolo caso. Quanto avvenuto, però, non può non indurci dal fare delle riflessioni sul tema della sicurezza e dei controlli e a come alla frequenza ed efficacia di questi sia strettamente connesso il numero di malattie professionali e incidenti, spesso mortali, nei luoghi di lavoro”.
“Sicuramente – proseguono i due sindacalisti della Cgil padovana – restiamo convinti che sulla sicurezza e salute dei lavoratori, sia il mondo imprenditoriale che politico, dovrebbero agire in modo più incisivo di quanto fatto fino ad ora e purtroppo le ultime dichiarazioni sul tema dei controlli fatte dal Ministro Brunetta sembrano andare in tutt'altra direzione e non ci rendono certo ottimisti. Parole, le sue, che fanno a pugni con la realtà dei numeri sull’utilità dei controlli sulle imprese. Solo per fare un esempio: nel 2019, oltre un terzo delle aziende ispezionate dallo Spisal, sono state sanzionate. Il 26,3% in edilizia, il 36,2% in agricoltura e ben il 51,6% negli altri settori, vuol dire soprattutto quello manifatturiero e commerciale. In media significa, il 33,8%. Altro che inutilità dei controlli!”
“E si tratta di dati del 2019 – rincarano Sanna e Verdicchio – ossia, prima della pandemia che da quando è esplosa ha impegnato il già scarso organico dello Spisal nell’attività di tracciamento del contagio da Covid19. Non ci stancheremo mai di ricordare che nel Piano strategico per la sicurezza nei luoghi di lavoro sottoscritto da Zaia e Regione Veneto nel 2018, era stata prevista l’assunzione di nuovi ispettori che, in effetti, sono stati poi assunti ma in numero assolutamente insufficiente, riuscendo a malapena a sostituire quelli usciti per effetto del turn over con il risultato di disattendere, nei fatti, lo stesso Piano strategico”.
“La verità – concludono Alberto Sanna e Dario Verdicchio – è che le aziende per restare competitive sul mercato sono disposte a tagliare tutti quei costi non direttamente legati ad un profitto, e tra questi c'è senza dubbio la sicurezza. Pensare che un fantomatico mercato sia in grado di autoregolarsi su questo terreno in nome di un patto etico tra imprese significa non capire in che mondo viviamo e, conseguentemente, spiega perché il numero di malattie professionali, infortuni e morti sul lavoro non accenni a diminuire. Da parte nostra, non possiamo che rimarcare il nostro impegno a denunciare qualsiasi irregolarità nei luoghi di lavoro, convinti debba essere un dovere morale di tutti, non solo nostro, se si vuole porre una fine alla tragedia quotidiana delle morti sul lavoro”.