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Disagio crescente tra il personale dell’Azienda Ospedale – Università di Padova: RSU e sindacati chiedono un tavolo permanente di confronto. Ieri l'assemblea sindacale unitaria all'Ospedale di Padova.

Partecipazione alta e clima di forte preoccupazione all’assemblea sindacale generale del personale del comparto dell’Azienda Ospedale – Università di Padova, convocata ieri, lunedì 20 ottobre, dalla RSU aziendale con la partecipazione di FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, NURSIND e Nursing Up.

L’incontro ha rappresentato un momento di ascolto e confronto molto partecipato, in cui centinaia di lavoratrici e lavoratori hanno espresso con forza il proprio disagio di fronte a un contesto organizzativo sempre più complesso.
Il malessere diffuso nasce soprattutto dalle riorganizzazioni in corso e dalla carenza di personale, in particolare infermieristico, che nelle aree più delicate come sale operatorie e rianimazioni sta mettendo a rischio la qualità e la sicurezza dell’assistenza.

Le preoccupazioni si estendono anche ad altri reparti – Chirurgia Plastica, Otorinolaringoiatria e Chirurgia Pediatrica – dove i carichi di lavoro sono diventati ormai insostenibili. Con l’apertura della nuova Pediatria prevista per l’inizio del 2026, il personale teme di non essere numericamente sufficiente per garantire un avvio in sicurezza delle attività.

Durante il dibattito, i sindacati hanno espresso in modo unitario una posizione chiara: serve un cambio di passo nell’organizzazione del lavoro, con una visione più partecipata e rispettosa delle professionalità.
La scelta aziendale di inserire operatori socio-sanitari (OSS) in contesti ad alta complessità, dove oggi mancano infermieri, è stata giudicata rischiosa e potenzialmente dannosa per la qualità dell’assistenza e per l’equilibrio dei reparti.

“Il malessere che abbiamo raccolto oggi non può più essere ignorato – ha dichiarato Achille Pagliaro, segretario aziendale della CISL FP –. La sanità non può reggersi sull’abnegazione di pochi. Servono scelte organizzative coraggiose, che mettano al centro il benessere di chi lavora e la sicurezza di chi viene curato. Se non si invertirà la rotta, sarà impossibile trattenere e motivare i professionisti.”

Sulla stessa linea, Alessandra Stivali della FP CGIL ha sottolineato che “la carenza di personale è ormai cronica e l’aumento dei carichi di lavoro sta generando un disagio diffuso. Non si possono coprire i vuoti di organico spostando personale o sostituendo infermieri con OSS. Serve una programmazione seria, che parta dall’ascolto di chi lavora ogni giorno nei reparti.”

Per Luigi Spada della UIL FPL, “oggi i lavoratori chiedono solo di poter lavorare con dignità, in condizioni di sicurezza e con un’organizzazione che ascolti davvero chi è sul campo. È tempo che l’Azienda apra un confronto vero e continuativo con chi rappresenta i lavoratori.”

Anche Luigi Ceoldo del Nursing Up ha evidenziato come “il personale sia stremato. L’assistenza di qualità si garantisce solo se c’è un equilibrio tra risorse, professionalità e carichi di lavoro. Oggi quell’equilibrio è saltato, e serve un intervento immediato per ristabilirlo.”

A chiudere, Marika Zilio del Nursind ha ribadito la necessità di un cambio culturale: “I lavoratori vogliono essere parte attiva dei processi organizzativi, non spettatori passivi di decisioni calate dall’alto. Il benessere organizzativo deve diventare una priorità vera, non un tema accessorio.”

Nel corso dell’assemblea è emersa con forza anche la volontà del personale di essere più partecipe nelle scelte organizzative, di poter contribuire alla costruzione di modelli di lavoro più umani, sostenibili e orientati alla qualità.
Il tema del benessere organizzativo è stato indicato come elemento centrale per la retention del personale, condizione imprescindibile per ridurre le fughe di professionisti verso altre aziende o verso il settore privato.

Le Organizzazioni Sindacali e la RSU chiedono ora con urgenza all’Azienda di istituire un tavolo permanente di confronto, per affrontare insieme le criticità e trovare soluzioni concrete.
In assenza di risposte rapide e misure adeguate, è stato deciso di valutare azioni sindacali unitarie, a tutela delle lavoratrici, dei lavoratori e della qualità dell’assistenza offerta ai cittadini.

Nicole Zamprogna, coordinatrice della RSU aziendale, ha espresso con fermezza la posizione del personale:
“Quello che oggi è emerso non è solo disagio: è un grido d’allarme. I lavoratori sono allo stremo, schiacciati da carichi insostenibili, turni impossibili e continue riorganizzazioni calate dall’alto. Non possiamo più accettare che tutto venga deciso senza ascoltare chi ogni giorno garantisce la tenuta dei reparti. Se l’Azienda pensa di poter andare avanti ignorando la voce dei lavoratori, si sbaglia di grosso.
Chiediamo risposte immediate e fatti concreti, non promesse. E se non arriveranno, la RSU insieme alle organizzazioni sindacali metterà in campo tutte le iniziative necessarie per difendere la dignità, la sicurezza e il futuro di chi lavora in questo ospedale.”
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