“È il disagio giovanile la vera emergenza ed è con la prevenzione, e non con la repressione, che si affronta. La Zona Rossa non è solo inutile ma è anche fuorviante rispetto ai veri problemi che vive la nostra città”
“L’episodio avvenuto sabato sera in Piazza dei Signori, dove due agenti della Polizia Municipale sono rimasti feriti dopo essere stati circondati da una folla di giovani e giovanissimi mentre cercavano di separare due ragazze adolescenti coinvolte in una rissa, è solo l’ultima manifestazione di un fenomeno ormai sotto gli occhi di tutti: il disagio giovanile è cresciuto in maniera drammatica negli ultimi anni e continua a manifestarsi in forme sempre più violente, improvvise e difficili da prevenire. E questo non avviene nei luoghi degradati, nelle periferie o nei quartieri dormitorio, ma proprio in pieno centro, nella piazza che costituisce il cosiddetto “salotto buono” della città.
Naturalmente il primo pensiero va agli agenti rimasti feriti svolgendo il loro dovere e a loro va il nostro augurio di pronta guarigione e l’auspicio di non trovarsi più in situazioni simili, ad arginare da soli quello che evidentemente è un enorme problema di natura sociale. Basti solo riflettere su un dato: nel solo 2023, secondo l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, i casi di disagio psichico tra gli under 24 sono aumentati del 30% rispetto al periodo pre-pandemia, con una crescita significativa di episodi di autolesionismo, dipendenze da sostanze e comportamenti aggressivi. E anche a Padova, i servizi sociali e le strutture territoriali segnalano un aumento costante delle richieste di aiuto, in particolare da parte di adolescenti e giovani adulti.
In questo contesto, l’istituzione della cosiddetta “zona ad alto impatto” (più comunemente denominata “zona rossa”) nell’area della Stazione – pensata come misura di contrasto al degrado urbano – appare non solo inefficace, ma anche fuorviante. Come Cgil, Cisl e Uil di Padova, sia nell’incontro con il Prefetto Giuseppe Forlenza e poi pubblicamente, lo abbiamo già denunciato: non è militarizzando il territorio che si affrontano fenomeni sociali complessi come il disagio giovanile. Questi interventi rischiano piuttosto di spostare il problema altrove, alimentando esclusione, stigmatizzazione e tensioni sociali.
La vera risposta dev’essere educativa e sociale. Servono risorse per la scuola, per la sanità mentale, per il welfare di prossimità. In Veneto, nel 2023, il personale dedicato alla neuropsichiatria infantile copriva appena il 60% del fabbisogno stimato, con tempi d’attesa che in alcune Ulss superano i 9 mesi. Di fronte a tutto questo servono progetti e spazi di aggregazione giovanile realmente fruibili e accessibili in tutti i quartieri. Invece accade il contrario: i tagli agli enti locali da parte del Governo hanno naturalmente avuto i suoi riflessi proprio sui servizi sociali determinando una diminuzione dei sostegni alle famiglie in difficoltà.
Come sindacati confederali, chiediamo con forza un cambio di paradigma: non repressione, ma prevenzione. Non retorica del decoro, ma politiche pubbliche capaci di ricostruire legami, senso di appartenenza e opportunità per le giovani generazioni. Padova ha bisogno di sicurezza, sì, ma di quella vera: quella che nasce da una comunità coesa, inclusiva e capace di prendersi cura dei suoi cittadini più fragili e problematici. A maggior ragione se si tratta di giovani”.
Aldo Marturano, Segretario Generale Cgil Padova
Samuel Scavazzin, Segretario Generale Cisl Padova e Rovigo
Massimo Zanetti, Coordinatore Uil Padova
Il servizio di Antenna 3 sulla rissa scoppiata in Piazza dei Signori a Padova nella notte tra il 12 e 13 aprile