Cgil, Cisl e Uil: “Preoccupa l’impatto dell’inverno demografico sulla tenuta, nel lungo periodo, del sistema pensionistico e degli ammortizzatori sociali e l’insostenibile gap salariale tra uomini e donne (30% circa) che si rifletterà sulle pensioni future di queste ultime. Necessario intervenire sui flussi migratori dei giovani in uscita dal Paese aumentando i loro salari e con nuove politiche migratorie e di orientamento allo studio”
Nei giorni scorsi sono stati presentati all’INPS di Padova, così come in Veneto nella sede di Venezia e a Roma nella sede Nazionale, i “RENDICONTI SOCIALI DELL’INPS”, che resta il più grande Istituto Previdenziale Europeo.
“I rendiconti – dice Massimo Zanetti, Coordinatore Uil Padova – una volta studiati, ci permettono di comprendere come la situazione demografica ed occupazionale si muova dentro al nostro territorio e, di converso, anche le ricadute sia sul piano economico che su quello del welfare. Da quanto emerge, il dato più preoccupante è rappresentato dal fatto che i cittadini over 65 anni (24,2% del totale) siano più del doppio degli under 14 anni (11,9%). Significa che la natalità, di fatto, scende in maniera vertiginosa causando un pericoloso saldo negativo fra nati e deceduti”.
“L’inverno demografico, perché di questo si tratta – precisa l’esponente della Uil – imporrà una progressiva riduzione dei servizi e avrà ripercussioni importanti sul sistema pensionistico. Risulterà pertanto essenziale intervenire con politiche migratorie diverse. Per quanto riguarda la nostra Provincia, nonostante la disoccupazione giovanile si assesti ad un valore molto basso rispetto alla media nazionale (4,4%) e pure i salari siano oggettivamente più alti della media nazionale, i giovani non smettono di emigrare per trovare nel lavoro un profilo di carriera ed un salario più vantaggioso, che qui resta precluso”.
“Infine – conclude Massimo Zanetti – le disparità di genere non accennano a diminuire, confermando come il tasso di inattività delle donne risulti più del doppio di quello degli uomini, nonostante il trend in miglioramento rispetto agli anni precedenti. Accanto a questo, il tasso di occupazione femminile si attesta al 61,12% ma, soprattutto, le retribuzioni femminili risultano essere di circa il 30% in meno rispetto a quelle maschili”.
“Un simile rapporto – aggiunge Manuela De Paolis, Segretaria Confederale della Cgil di Padova – si riflette sulle pensioni, che vedono il mondo femminile percepire emolumenti pensionistici inferiori del 35% rispetto agli uomini. Altro dato che emerge, è il crollo delle pensioni raggiunte tramite “Opzione Donna” che passano da 574 del 2022 a 249 del 2023”.
“Anche gli ammortizzatori sociali aumentano – prosegue la Segretaria Confederale della Cgil di Padova – e infatti, per quanto riguarda le cessazioni, registriamo un aumento del 10% delle NASPI, mentre un dato ancora più preoccupante riguarda le sospensioni di rapporto di lavoro, cassa integrazione e fondi di solidarietà, che registrano un +18%, segno tangibile di fragilità del lavoro anche nella nostra Provincia”.
“La tendenza per il 2024 è drammaticamente negativa – conclude Manuela De Paolis – in particolare per quanto riguarda la Cassa Integrazione, che già a primavera 2024 scontava un + 50% rispetto al 2023 e con un ulteriore peggioramento da settembre 2024 dovuto in particolare alla crisi economica della Germania, soprattutto nel settore dell’automotive”.
“Alla luce di questi dati, visti nel loro insieme – interviene Paola Guidolin, Segretaria Territoriale della CISL di Padova e Rovigo – la situazione ci appare seriamente preoccupante per il futuro: da un lato, pensioni più basse soprattutto per le donne e sistema previdenziale poco sostenibile sul lungo periodo, su cui sarà quindi necessario intervenire al fine di tutelare, potenziare e rafforzare la previdenza complementare contrattuale. Dall’altro lato, l’emigrazione costante e in aumento delle professionalità giovanili, ci impone di abbinare a diverse politiche migratorie anche nuove politiche di orientamento allo studio e creare spazi di partecipazione e inclusione per le nuove generazioni”.
“Oggi, del resto – prosegue la sindacalista della Cisl – il lavoro stabile e ben retribuito è appannaggio degli over 50 e diventa impellente estendere questa facoltà anche alle nuove generazioni, le più colpite da lavoro discontinuo e non ben retribuito. È necessario intervenire, con il Governo e anche attraverso la contrattazione collettiva, per impedire l’utilizzo di forme contrattuali spurie come per esempio le finte partite IVA o il proliferare di cooperative che applicano contratti pirata”.
“Infine – concludono i rappresentanti di Cgil Cisl e Uil – bisogna immaginare un sostegno duraturo alle famiglie più in difficoltà: alloggi e servizi per l’infanzia a costi sostenibili, misure stabili di sostegno allo studio e alla genitorialità, che rispettino i tempi di vita e di lavoro e la parità di genere, senza dimenticare di tutelare il potere di acquisto dei salari dall’erosione inflazionistica”.