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Bonus 200 euro a circa 200 mila padovani. Lo studio del Caaf Cgil Padova su chi lo riceverà: nella bassa padovana i redditi minori

Articolo de il Mattino di Padova sull’ultimo studio sviluppato dal Caaf Cgil Padova che, analizzando i redditi di dipendenti e pensionati che si sono rivolti al Servizio Fisscale del Sindacato, ha fatto una stima su quante possono essere le persone che riceveranno il Bonus di 200 euro previsto nel DDL Aiuti e dove si collocano nella Provincia Padovana. Qui, di seguito l’articolo uscito sabato 17 settembre con l’intervento di Lisa Contegiacomo, AD del Caaf Cgil Padova che ha spiegato i risultati usciti dallo studio.

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Bonus per 200 mila persone nel Padovano
Più povera la Bassa, più ricche Alta e città

Duecentomila padovani, metà dipendenti e metà pensionati, percepiranno il bonus di 200 euro. Significa che un padovano su cinque, dunque un quinto della popolazione della provincia, percepisce meno di 35 mila euro. A dare i numeri la Cgil: dei dipendenti che si sono rivolti ai loro uffici, l'85% ha diritto al bonus e solo il 15% no; e dei pensionati addirittura il 94% ne ha diritto e appena il 6% no. La ripartizione di genere, tra uomini e donne, dice che il 53% degli aventi diritto al bonus è composta da donne e il 47% da uomini. La Cgil ha anche indagato sulla provenienza geografica delle persone: i più poveri tra i pensionati risiedono nella Bassa padovana (34%) e i più agiati nell'Alta (solo il 17% di chi sta in quel territorio ha ricevuto il bonus). Mentre per quanto riguarda i dipendenti il 32% risiede nella Bassa e i più agiati invece abitano in città (solo il 17% di chi risiede in città ha ricevuto il bonus).

L'indagine

«Abbiamo preso in visione il nostro archivio del 2021», spiega Lisa Contegiacomo, amministratrice delegata dei Caf della Cgil, «e in base ai nostri dati abbiamo verificato gli aventi diritto al bonus. Da qui il primo dato: il 94% dei pensionati ne aveva diritto, che corrispondono a circa 100 mila persone distribuite in tutto il Padovano e l'85% dei lavoratori, altre 100 mila persone. Rispetto al genere non ci ha stupito che siano di più le donne degli uomini perché conosciamo bene la disparità salariale tra uomini e donne a discapito delle donne». povertà distribuita nel territorio. «Inoltre», continua la Contegiacomo, «Abbiamo "esploso" il dato in Provincia, dividendo il territorio tra Bassa Padovana, Alta Padovana, hinterland e città. Anche qui nessuna sorpresa: il confronto che salta all'occhio è tra Bassa e Alta, rispettivamente l'area più "povera" e la più "ricca" del territorio. La differenza è addirittura del doppio: il 34% dei pensionati della Bassa ha diritto al bonus contro il 17% dell'Alta; e il 32% dei dipendenti contro il 23% dell'Alta e il 17% della città. Sono tutto sommato dati immaginabili perché ricchezza e povertà nella Provincia ci dicono da sempre che la Bassa subisce di più le crisi economiche, con conseguente maggiore penalizzazione per i redditi più bassi: nella Bassa si concentrano i redditi più bassi, almeno secondo una stima statistica che si conferma da molto tempo».

Vantaggi

Il bonus ha una criticità di base e su questo sono tutti d'accordo: è previsto una tantum. «È chiaro che una sola erogazione non è un aiuto strutturato e dunque è appena una toppa, non è sufficiente ai bisogni», sottolinea la referente dei Caf della Cgil. «Il vantaggio è che non prevede pratiche burocratiche, è automatico e dunque le persone non devono ingegnarsi per farne richiesta. Tant'è che non serviva nemmeno un passaggio nei Caf. Pertanto, pur sottolineando l'utilità della manovra, ribadiamo che dovrebbe essere strutturale, tanto più che la situazione - se consideriamo le prossime bollette energetiche, sommando quella dell'elettricità e quelle che arriveranno del gas per il riscaldamento - la situazione economica per le famiglie è destinata a peggiorare». Inevitabile che i nodi - stipendi sempre uguali, allarme cassa integrazione e grande fatica ad amministrare le economie domestiche - arrivino al pettine delle preoccupazioni delle famiglie.

Preoccupazioni

«Le preoccupazioni per le famiglie aumentano», conferma Contegiacomo. «Tutto è cominciato con l'aumento dei prezzi al consumo: è stata per le famiglie la prima, pesante, stangata. Poi l'inflazione che si è impennata, ed oggi parliamo di 8 punti percentuali, riducendo il potere di acquisto delle persone. Adesso è arrivata la seconda stangata, ancora più pesante, che riguarda le bollette: usare l'elettricità, gli elettrodomestici e riscaldare la casa sono bisogni primari. Oggi è necessario fare una riflessione più approfondita perché non stiamo parlando più di rinunce, per quanto importanti, ma stiamo parlando di persone e famiglie che devono cavarsela, che rischiano di non avere l'indispensabile».

Boom di richieste

A dimostrazione che il bonus è una boccata di ossigeno, per quanto insufficiente, tantissime le telefonate ricevute dal sindacato per curiosità, chiarimenti e domande, benché non sia necessario passare attraverso i Caf per farne richiesta.

Elvira Scigliano

 

 

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