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Non ce l'ha fatta il lavoratore di Cittadella folgorato mentre si stava occupando della manutenzione di un parco fotovoltaico a Codroipo

Cgil Padova: “Con la morte di Luca Toniolo sono già 8 le vittime sul lavoro, dall'inizio dell'anno, nella nostra provincia. È ora di fare qualcosa di concreto per interrompere questa strage quotidiana che distrugge famiglie e comunità”

Fiom Cgil Padova e Udine: “Non è possibile che un lavoratore muoia facendo della semplice manutenzione: questo è il segnale di un sistema industriale che va completamente rivisto e che sulla sicurezza ha completamente fallito. Eppure manca la volontà di invertire la rotta e, del resto, anche il PNRR lo dimostra: dove sono le risorse destinate alla prevenzione degli incidenti e per la salute nei luoghi di lavoro?”


Non ha potuto che destare tristezza e rabbia la notizia della morte di Luca Toniolo, il 41enne di Cittadella rimasto folgorato un paio di giorni fa, mentre stava facendo manutenzione di un Parco Fotovoltaico a Codroipo, in provincia di Udine, e che purtroppo non è sopravvissuto alle gravi e irrimediabili conseguenze dell’incidente capitatogli.

Per l’ennesima volta – dice Dario Verdicchio della Segreteria Confederale della Cgil di Padova, ci troviamo a commentare quella che purtroppo, nel nostro Paese, è una triste e inaccettabile consuetudine, ossia la tragedia di una morte sul lavoro. Ricordiamo che, dall'inizio dell'anno, nella nostra provincia sono già 8 i lavoratori che non sono mai più ritornati a casa dai loro familiari e amici perché periti mentre stavano lavorando. E questo numero non considera i morti in itinere, cioè coloro che sono morti mentre andavano o tornavano nel luogo di lavoro. La verità è che contro questa piaga, nonostante il forte impegno dei sindacati per tenere alta su di essa l'attenzione di istituzioni e opinione pubblica, non si sta facendo nulla di veramente concreto e le morti non accennano a rallentare. Però, almeno, non si parli di fatalità: la frequenza con cui avvengono gli incidenti sul lavoro rende totalmente inadeguata questa parola. Le ingenti risorse in arrivo dall’Europa devono corrispondere, insieme, ad un nuovo modello di sviluppo sostenibile per il Paese, alle migliori garanzie di tutela della salute e della stessa vita di chi lavora”

Ancora una volta – aggiungono Loris Scarpa della Fiom Cgil di Padova e Maurizio Marcon della Fiom Cgil di Udine – una moglie e dei figli non vedranno tornare a casa un marito e un padre:  il nostro primo pensiero non può che andare a loro e alla tragedia che stanno vivendo. L’auspicio è che magistratura e Spisal facciano piena luce su quanto avvenuto e determinino con chiarezza che cosa non ha funzionato”

Ma accanto a questo – proseguono Scarpa e Marcon – non possiamo che amaramente rilevare che se in Italia si può morire facendo della normale manutenzione in un parco fotovoltaico, allora significa che il nostro sistema industriale e degli appalti deve essere completamente rivisto. Finchè questo non avverrà, la conta quotidiana delle vittime sul lavoro non accennerà a rallentare e purtroppo abbiamo poche ragioni per essere ottimisti. Pensiamo per esempio alle risorse messe a disposizione dal PNRR: quante di queste sono state indirizzate alla sicurezza dei lavoratori sia dentro che fuori i luoghi di lavoro? La risposta è semplice: zero”.

La salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro – concludono – non può più essere lasciata solamente in mano alle imprese con i servizi di prevenzione assolutamente senza risorse per svolgere il loro ruolo. Pertanto istituzioni, governo e parlamento devono mettere come priorità l’intervento nel sistema industriale in quanto per esso passa lo sviluppo futuro e il benessere dei cittadini di questo Paese che, dobbiamo ricordarcelo, si chiama progresso".    

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