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Dipendenti comunali in stato di agitazione a Battaglia Terme: il Comune ha tolto loro i rimborsi spese per il pranzo. Ieri, l'incontro in Prefettura tra amministrazione e Cgil, Cisl e Uil previsto dalla procedura di raffreddamento

Fp Cgil Padova, Cisl Fp Padova e Rovigo, Uil Fpl Padova: “Uno stato di agitazione determinato dalla decisione del Comune di togliere il rimborso di 5,16 euro ai dipendenti per la pausa pranzo. Incontro interlocutorio: proposte soluzioni alternative che siamo disposti ad accettare ma che attendiamo di vedere realizzate. Rimane lo stato di agitazione ma fino al prossimo incontro, previsto tra circa un mese, non metteremo in campo nessuna azione”

 

Tutto è iniziato lo scorso 15 febbraio, quando al termine di una riunione infuocata, l’assemblea generale dei lavoratori del Comune di Battaglia Terme ha dato mandato alle organizzazioni sindacali Fp Cgil Padova, Cisl Fp Padova e Rovigo e Uil Fpl Padova, di indire, a partire da quel giorno, lo stato di agitazione. Motivo dello scontro, la decisione presa unilateralmente dall’Amministrazione Comunale di sospendere, da gennaio 2024, l’erogazione dei buoni pasto per il proprio personale. Un provvedimento che i 13 dipendenti del Comune non hanno letteralmente digerito.

“Nel caso di Battaglia Terme – precisano Maurizio Galletto della FP Cgil Padova, Ettore Furlan di Cisl Padova e Rovigo e Michele Magrini di Uil Fpl Padova – non vi era neanche un buono pasto (figurarsi i buoni pasto elettronici che inutilmente avevamo chiesto in passato di attivare) ma un rimborso che poteva arrivare fino a 2/3 del totale della spesa del pasto per un massimo di euro 5,16, previa verifica del giorno e ora per la certezza del rientro lavorativo. Chiarito ciò, quando siamo venuti a sapere dell’intenzione dell’Amministrazione di togliere questi rimborsi, naturalmente, abbiamo chiesto un incontro al Sindaco, accordatoci lo scorso 16 novembre, ma che non si è mai svolto causa la sua improvvisa assenza per malattia. Semplicemente, in quell’occasione, aveva delegato la Segretaria Comunale di avvisarci che rimaneva fermo nei suoi propositi. Averlo saputo quando eravamo già in Municipio non ci è sembrato per niente un bel segnale, sia verso il benessere organizzativo dei dipendenti, con evidenti ricadute sul clima aziendale, sia verso il rispetto delle relazioni sindacali, data l’assoluta mancanza di qualsiasi avviso dell’assenza del Sindaco e la decisione di non delegare nessun altro amministratore al confronto. Inevitabile, per noi, chiedere l’attivazione delle procedure di raffreddamento e conciliazione del conflitto che ci ha portato questa sera, giovedì 7 marzo, in Prefettura”.

All’incontro, avvenuto con la mediazione del Vice Prefetto Aggiunto, Dott. Enrico Fameli, oltre ai tre già citati sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil, erano presenti, in rappresentanza del Comune, il Sindaco Massimo Momolo e la Segretaria Comunale Rauccio Vittoria. “Si è trattato di un incontro interlocutorio – chiariscono i tre rappresentanti sindacali – dove abbiamo reciprocamente espresso le nostre posizioni. Il Sindaco ha sostenuto che, visti gli alti premi di produzione che già gode il personale, il rimborso per le spese dei pasti non è indispensabile. I dipendenti, e noi la pensiamo come loro, non sono per niente d’accordo visto il basso livello dei loro stipendi sempre più inadeguati di fronte all’impennata dei prezzi a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.  

“Comunque – proseguono Galletto, Furlan e Magrini – l’incontro è proseguito in un clima civile e abbiamo trovato una mediazione che potrebbe soddisfarci. Davanti alla nostra proposta di introdurre i ticket elettronici, respinta perché troppo onerosa per l’Amministrazione, ci sono state proposte soluzioni alternative. La prima è il progetto di attivare una sorta di mensa con un bar da mettere a disposizione dei dipendenti in una struttura comunale o, in alternativa, attivare una convenzione con qualche locale vicino al Comune dove potranno recarsi nella loro pausa pranzo. Il Sindaco ci ha chiesto circa un mese di tempo per verificare la fattibilità economica di entrambe le soluzioni e noi abbiamo accettato: ci rincontreremo il 9 aprile. Nel contempo lo stato di agitazione rimane ma fino ad allora non faremo nessuna azione”.

“Restiamo in attesa degli eventi – concludono Galletto, Furlan e Magrini – ma ribadiamo che togliere il rimborso dei pasti, senza prevedere nessun’altra soluzione alternativa, sarebbe una scelta puramente politica e non sarebbe dettata dalla mancanza di risorse, nonostante le restrittive norme sulle spese per il personale. Una scelta, ben inteso, che rientra tra le facoltà del Sindaco e che può assumere perché siamo nell’ambito del pubblico, nel settore privato non sarebbe possibile. Ma è su questo che lo invitiamo a riflettere. È da un po’ di tempo che stiamo assistendo ad una fuga in massa di lavoratori dal pubblico verso il settore privato. E la cosa non ci meraviglia: chi è che vuole lavorare in un settore dove a fronte delle alte responsabilità di cui si porta l’onere, si viene ricompensati con bassi stipendi, disinteresse della politica e, anche, dei cittadini che notoriamente molto spesso ritengono, ingiustamente, i lavoratori pubblici dei fannulloni? Eppure, senza dipendenti pubblici, non è che i servizi miglioreranno, anzi pian piano spariranno o diventeranno a pagamento e destinati solo a chi se li può permettere. Togliere i rimborsi dei pasti ai dipendenti sarebbe solo un altro tassello verso questa deriva. Un’eventualità da scongiurare in tutti i modi, a maggior ragione se si è il Sindaco di un’Amministrazione Comunale”.

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