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Infermiere/i del servizio di Assistenza Domiciliare Integrata sul piede di guerra. Fp Cgil Padova e Nursing Up: “L’Ulss 6 Euganea riapra il tavolo di confronto o si andrà allo sciopero”

Conferenza stampa ieri, presso la sede della Cgil in via Longhin, di FP Cgil Padova (rappresentata da Raffaela Megna, Segretaria Provinciale) e Nursing Up Padova (rappresentata dal Coordinatore Luigino Zuin) per spiegare la difficile situazione che stanno vivendo i circa 150 infermieri su cui si basa il servizio di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) nella nostra provincia. “Siamo coloro – ha spiegato nel corso della Conferenza Stampa intervenendo al telefono, Daniele Olivieri Gorga, infermiere addetto al servizio ADI e iscritto alla Cgil – che vanno nelle case e assistono quei malati, solitamente intrasportabili nelle strutture ospedaliere, che necessitano di cure o medicazioni. Si tratta spesso di anziani, non autosufficienti, malati oncologici o terminali per i quali svolgiamo un servizio fondamentale e in costante collaborazione con i familiari, i cosiddetti caregiver, che seguono la persona in questione. Si tratta di un servizio che evita i costi sanitari di un’ospedalizzazioni e presenta dei notevoli vantaggi anche sul fronte sociale: la letteratura scientifica in materia è abbondante e verificata, a casa i malati rispondono meglio alle cure”.

Per questo motivo – intervengono Megna e Zuin – non è accettabile che l’Ulss 6 ignori completamente la voce di chi svolge questo servizio e proceda con l’applicazione delle disposizioni contenute nella Legge 1075 del 2017 (cioè una legge vecchia di 6 anni) che estenderà il servizio dalle 7.00 alle 21.00 per 5 giorni alla settimana con l’incombenza di svolgere anche le mansioni di guardiania nei distretti a fine turno. Finora il lavoro si svolgeva dalle 07.30 alle 19.30, dal lunedì al venerdì con la reperibilità notturna e nei weekend limitata alle cure palliative. Il servizio di guardiania non pesava perché essendo maggiore il numero di infermieri a fine turno, ci si distribuiva i compiti. Ma con le nuove disposizioni, questo non sarà più possibile perché alle chiusure ci sarà un solo infermiere che dovrà sia svolgere operazioni burocratiche che badare a chi entra nella struttura. Di fatto si estendono orario di lavoro e i turni senza aumentare il numero di infermieri in servizio, né le loro retribuzioni. Che è come voler fare le nozze coi fichi secchi”.

Il tavolo di confronto – proseguono i due sindacalisti – si è tenuto dal 18 agosto al 13 settembre ed è culminato con la rottura delle trattative e l’entrata in vigore delle nuove regole. Questo sta creando notevoli disagi agli utenti, non solo ai dipendenti che per lo più sono infermiere. Arrivare in una casa alle 7.00 del mattino o dopo le 20.00 di sera, significa arrivare in un orario dove il malato sta spesso dormendo, imporre di farlo significa demolire un servizio che era un fiore all’occhiello e garantiva sia lavoratori che utenti. E tutto questo a causa del blocco delle assunzioni. Perché l'unico modo in cui si può ampliare l'orario del servizio è spezzettando i turni. Significa che saranno frequenti le situazioni in cui ci sarà un solo operatore a coprire una certa zona in un determinato momento, cosa che comporta l'impossibilità di scambiarsi i turni o di coprire le assenze. Senza considerare che, nel conteggio, gli infermieri risultano perdere almeno 100 euro al mese in busta paga”.

L’Ulss 6 Euganea – concludono Megna e Zuin – deve tornare a sedersi sul tavolo e riaprire un confronto su basi reali. Gli infermieri sono veramente esasperati, stamane faranno un flash mob davanti alla sede dell’Usl in via Scrovegni. Spesso in queste situazioni subentra la rassegnazione, ma stavolta le cose sono andate in modo diametralmente opposta ed è arrivata la rabbia. Poco tempo fa abbiamo fatto un’assemblea e hanno partecipato in più di un centinaio di loro, oggettivamente tanti. O troviamo un accordo o la mobilitazione si inasprirà fino arrivare allo sciopero”.

Il servizio di Telenordest sulla conferenza stampa di ieri

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