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Infortuni sul lavoro in Veneto: un bimestre da incubo per la sicurezza sul lavoro. La preoccupazione della Cgil di Padova

Ampia pagina del il Mattino di Padova dedicata al tema degli infortuni e morti sul lavoro registrate in Veneto e, in particolare, nella provincia di Padova dove, nel corso del primo bimestre del 2023, l’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering, basandosi sui dati Inail, ha registrato già 4 morti e 1983 denunce di infortunio. Secondo i numeri dell’Istituto, la Provincia di Padova è prima per numero di "morti bianche" della Regione che ha registrato in totale 12 decessi sul lavoro: seguono Verona con 3, Treviso e Rovigo con 2 e Venezia con 1. I dati citati riguardano sia le morti sul posto di lavoro, sia quelle in "itinere", ovvero al di fuori dei luoghi in cui viene svolta l'attività lavorativa (nel tragitto casa-lavoro ad esempio). Nello specifico, nel caso padovano le morti che si sono verificate sul luogo di lavoro sono state 3, una in itinere. Come il Veneto, quindi, anche Padova si ritrova ad essere in "zona rossa" a causa di un indice di incidenza della mortalità (cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa) del 7,3%. Un netto peggioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando i decessi sul lavoro registrati sono risultati essere zero e, quindi, il Padovano rientrava in zona bianca.

“È sempre importante leggere i dati in profondità – spiega Dario Verdicchio, segretario confederale della Cgil di Padova con delega alla sicurezza sul lavoro – e questi ci dicono che nel 2022 la Provincia di Padova ha chiuso l'anno in zona bianca e qualcuno ha ben pensato di dire che la tragedia delle morti sul lavoro, nel Padovano, era stata risolta o comunque che c'era maggiore attenzione da parte delle imprese. Dopo appena due mesi ci ritroviamo in zona rossa con 4 decessi, segno questo che indica come sia necessario guardare i dati sul lungo periodo e con una visione ad ampio respiro. Anche perché se è vero che nel 2022 si è registrato una diminuzione del numero dei decessi (erano 20 nel 2021 e 16 nel 2022) abbiamo assistito a un aumento degli infortuni in generale e delle malattie professionali. Quindi le premesse per assistere ad altre tragedie c'erano tutte”.

“ Si deve inoltre considerare – prosegue Dario Verdicchio – che i dati Inail, da cui derivano le statistiche di Vega, fanno riferimento solo ai lavoratori e alle lavoratrici che sono assicurati ai rischi di infortunio e che hanno firmato un regolare contratto. Ne deriva che se un lavoratore è in nero non compare nelle statistiche e ciò significa che i numeri delle statistiche ufficiali sono quindi al ribasso. Capiamo bene che non possiamo pensare che la tragedia delle morti sul lavoro possa essere risolta senza azioni concrete, senza implementare l'organico dell'Ispettorato sul lavoro e dello Spisal e senza una politica generale che tuteli la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro”.

“ E qui – attacca il Segretario Confederale della Cgil di Padova – un discorso a parte, merita il doloroso capitolo relativo alla carenza di organico, un problema che riguarda anche la Provincia di Padova. Per ciò che attiene allo Spisal, nello specifico, il piano strategico regionale prevedeva il completamento dell'organico entro giugno del 2022 ed entro dicembre dello stesso anno, il suo potenziamento. Invece quel che è successo è che sono stati appena sostituiti i pensionamenti e per il potenziamento stiamo ancora aspettando riscontri. Questo non fa che rendere la situazione dell'Ispettorato del lavoro padovano ancora più precaria perché, non solo è sotto organico, ma fatica anche a trovare personale. Basti solo pensare che a seguito del concorso del 2022 su 17 convocati per prendere servizio se ne sono presentati solo 6. Molti hanno rinunciato perché le condizioni contrattuali non sono sempre favorevoli, né dal punto di vista economico né da quello logistico. Diverse persone che hanno vinto il concorso, infatti, avrebbero dovuto cambiare città per venire a lavorare a Padova”.

“Ma per frenare il dramma delle morti sul luogo di lavoro – conclude amaramente Dario Verdicchio – non è però sufficiente intervenire solo sull'attività di vigilanza degli organi ispettivi, ma bisogna anche dare importanza al tema della salute e sicurezza con fornendo segnali ben precisi e concreti che corrano in questa direzione. E questo non lo si sta facendo. Basti pensare alle conseguenze che avrà la recente modifica del codice degli appalti: gli infortuni aumentano dove aumenta lo sfruttamento dell'interminabile catena degli appalti "a cascata". Esattamente quel che si appresta a fare il Governo".

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