
Articolo su il Mattino di oggi riguardante la drammatica crisi che sta vivendo il settore tessile nel nostro territorio dove sono circa 5 mila i dipendenti, da 9 mesi, in cassa integrazione costretti a vivere con uno stipendio decurtato di circa il 40%, con cifre che per la più parte non superano i 700 euro al mese.
Una situazione che preoccupa fortemente Luca Rainato, Segretario Generale della Filctem Cgil di Padova: “L'uso massiccio della Cassa integrazione Covid ha colpito quasi tutti, trasversalmente, non solo nel settore del tessile e della moda ma anche in quello delle grandi lavanderie industriali che lavorano con il turismo e la ristorazione. Ma come accade spesso le realtà più fragili sono anche le più piccole, laboratori ad alta professionalità e conto terzisti che per primi hanno visto i rubinetti degli ordini e dei pagamenti prosciugarsi con il congelamento di un'intera filiera a causa della pandemia”.
“Il Covid – prosegue il Segretario della Filctem – chiude i battenti dei negozi, facendo saltare intere collezioni stagionali, addirittura 3 fino ad ora. La mancanza di acquisti da parte dei consumatori e dei negozianti si fa sentire su un sistema produttivo che all'inizio della crisi, a marzo, ha dovuto affrontare anche il problema opposto: quello della carenza di materia prima per la lavorazione dei capi a causa delle difficoltà di circolazione delle merci con i primi blocchi sanitari”.
Una pessima situazione – afferma Rainato – con i lavoratori che guadagnano circa la metà rispetto al pre Covid costringendo molti a barcamenarsi con budget da 6-700 euro al mese. È chiaro che in un contesto in cui migliaia di padovani raschiano il fondo del barile da mesi, lo sblocco dei licenziamenti rischia di essere dirompente non solo per le relazioni sociali e la vita di molte comunità ma per lo stesso settore che è storicamente una parte importante del Made in Italy. Un settore che prima di marzo 2020 lavorava bene confermandosi un motore ancora trainante dell'economia del nostro territorio e che ora, senza un robusto supporto pubblico, rischia di scomparire”.
“Credo – conclude il rappresentante sindacale - che sia necessario che i fondi di Next Generation Eu, siano destinati in parte anche al rilancio del tessile e della moda, un mondo che occupa quasi 15 mila lavoratori solo a Padova”. E che, senza interventi, rischia di diventare solo un ricordo del passato.
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